di Walter Frangipane •
Qualche giorno fa mi sono recato alla Sede del Banco di Napoli in Piazza Grimaldi a Catanzaro.
Il motivo? Volevo chiedere un attestato di giacenza media sui rapporti di mia moglie Donatella riferito al 2019, perché mi è stato chiesto, al fine di ottenere un aiuto materiale per mia moglie appunto, essendosi aggravata la sua situazione di salute. Io pago già una donna con pertinenti contributi e volevo sapere se per alcune attività riabilitative da fare in casa l’Ente (Comune o ASL che sia) può concedermi un ulteriore sostegno umano, non economico, in questo specifico aiuto, altrimenti esborserò ancora di più per una seconda persona aggiuntiva e pazienza, tanto i risparmi che ho non me li dovrò portare in Paradiso, se Dio mi vorrà accogliere.
Ma non è questo il problema in sé. Appena arrivato al Banco di Napoli trovo una fila fino a fuori, 5 metri di marciapiede. Si entra 2 alla volta per operazioni di cassa, cioè 2 sportellisti, che con 4 ex sportelli bancari o forse più concentrati, accorpati e dislocati lì mi sembrano pochini!!!
Perché a Via Milano (ex San Paolo) si può solo prelevare, ma se hai bisogno di carnet nulla. Ma io non dovevo fare operazioni di cassa. Quindi fila fin fuori al marciapiede e mantenere le distanze! Per quel che chiedevo io, bisognava prenotarsi telefonicamente, così mi ha detto l’incaricato all’ingresso con sensori e mi indicava un numero verde affisso sul frontale in vetro. Ma una signora che mi conosceva mi ha detto: “Dottore è inutile che lei provi a quel numero, non rispondono mai, e io son venuta qui per chiedere appuntamento”. Questo mi veniva confermato da altri 2 clienti giunti lì SOLO per prenotarsi e non per fare operazioni di cassa! A UBI BANCA in Piazza Indipendenza c’era anche questa possibilità di prenotarsi a causa del COVID e rispondevano, ma per una necessità urgente, aspettando un po’, l’incaricato di turno avrebbe fatto entrare, anche senza appuntamento. Dopo mezz’ora di attesa e quasi implorando, perché come affermavano altri la chiamata al telefono sarebbe caduta nel nulla se io ci avessi provato, a una dipendente, appena la porta a consenso si è aperta un po’, spiegando a voce alta e sentivano tutti, ripeto tutti, ho gridato che andavo lì per mia moglie invalida!!! e lei si è degnata farmi entrare. Bontà sua.
Ho detto che anche io chiamavo da giorni al telefono (e non era vero, ma mi ero avvalso di quanto mi avevano riferito i clienti fuori) e lei mi ha risposto che non riusciva a rispondere al telefono, che squillava sempre, ai clienti per le prenotazioni, perché o parlava con i clienti alla porta per indirizzarli e poi eventualmente parlare nel suo box o rispondeva all’incessante telefono. Quindi era vero che non poteva suo malgrado rispondere. Non ce la poteva fare! Tuttavia mi ha portato nella sua stanzetta dove il telefono continuava a squillare ancora e ancora e mi è sembrata un po’ stremata dall’andare e venire dall’ingresso, dall’andare e venire. Io ho cercato di dimostrarle comprensione, dicendo che capivo bene il suo stress essendo stato funzionario di ex UBI e mi rendevo conto di quanto stress accumulava. Mi ha detto che non vedeva l’ora di esser fuori dalla banca come me. Io ho replicato che data l’età che mi sembrava avesse non poteva pensare e sperare di andare via, dal momento che peraltro il Governo Draghi sta pensando di mettere in discussione quota 100. Lei si è rammaricata. Vado avanti. Le lascio il numero di cellulare e lei vista la mia gentilezza (ma dentro io avevo grande sconforto) mi ha promesso che mi avrebbe fatto chiamare da un dipendente ex UBI.
Sono stato chiamato (ma io non lo conosco perché son fuori dal 2007, beh sì ho 71 anni!) ma al telefono sono stato io a tranquillizzare l’ex collega, che sui nuovi sistemi informatici (nuovi per lui) non riusciva a trovare nella memoria storica di UBI quanto chiedevo. Ho detto “se vuoi fai con calma, perché avrai forse persone davanti e quando puoi, fammi sapere e io vengo, per il resto stai sereno, a mia moglie ci penserò comunque”.
E lui mi ha detto “Grazie”. Ed ora aspetto con fiducia la sua chiamata, altrimenti vado avanti per la mia strada da solo. All’uscita ho incontrato 2 clienti UBI, anch’essi mi conoscevano, i quali erano passati da pochi anni dalle Poste a UBI, ora fusa con I.S.P. Rimpiangevano la Posta, dicendo che la Posta ha diverse filiali ed è quanto dire rimpiangere proprio la Posta!!! Si fa la fila sì alla Posta, ma non c’è bisogno di prenotarsi ad un numero verde dove rimani inascoltato, perché ora tutte le ex filiali son concentrate lì a Piazza Grimaldi (Banca Nuova, UBI Sede Centrale, UBI Ag. 1) oltre ex Comit, ex San Paolo ed ex Banco Napoli! Perché hanno ampliato i locali e riabilitato un altro piano.
Nulla contro i dipendenti sia chiaro (che se potessero fuggirebbero tutti), ma sono veramente stressati e risicati come numero a far tutto.
Le grandi Banche si concentrano, si accorpano, si fondono, vogliono raggiungere i massimi profitti, vogliono spremere i dipendenti fino all’osso (e forse quando essi andranno in pensione, se andranno in pensione, neanche faranno in tempo a godersi un po’ di riposo perché il loro cuore non ce la farà più e andranno in Cielo). Le Banche ridisegnano le loro strategie, riprogrammano i loro profitti, il dio denaro, il dio Borsa come obiettivo prioritario imprescindibile.
I Sindacati restano solo sulla carta, ma mi auguro di no, ma cosa possono fare contro i gruppi giganti bancari? Poco, con tutto il rispetto per i loro Rappresentanti che stimo molto.
Tutto il resto è massa che non conta nulla, proprio nulla: sono semplicemente numeri umani. Niente di più.
Aspettatevi la prossima mossa di Intesa. Vedrete chi assorbirà fra non molto. Io leggo, leggo molto, sopra tutto all’estero, e rifletto e non aggiungo altro. Poi mi darete ragione.
Un abbraccio a tutti, con tutto il mio affetto.