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Come è profondo il mare

“… i pesci dai quali discendiamo tutti assistettero curiosi al dramma collettivo di questo mondo che a loro indubbiamente doveva sembrare cattivo e cominciarono a pensare nel loro grande mare come è profondo il mare…”

di Mario caspani ∙

Così scriveva e cantava il compianto Lucio Dalla nel 1977 e sicuramente pensava anche alle numerose forme di inquinamento prodotte dall’uomo, periodicamente, se non continuamente, riversate in quell’immensa discarica liquida che risponde appunto al nome di mare o oceano.

Fatto sta che nell’anno di grazia del Signore 2022, addì 2 marzo, a tali forme si è aggiunta una mostruosa nave portacontainer dalla lunghezza di 200 metri per 35 di larghezza, recante a bordo qualcosa come 3.965 auto del gruppo Volkswagen nuove di zecca e destinate al mercato americano, oltre naturalmente a 2.200 tonnellate di carburante e altrettante di petrolio.

Fortunatamente nessun essere umano a bordo, dato che l’equipaggio era stato evacuato allo scoppio dell’incendio (16 febbraio) mentre lo scafo veniva rimorchiato al largo delle Azzorre in cerca di un porto sicuro. L’incendio non è mai stato domato, ché nulla possono acqua e normali estintori contro le sostanze venefiche contenute nelle batterie di auto elettriche e ibride, pari ad almeno metà del carico.
Sostanze che insieme ai container, alle carcasse bruciacchiate delle auto e agli idrocarburi non ancora fuoriusciti, giacciono ora a 3.000 metri di profondità, sopportando freddo buio e, soprattutto, una pressione di 400 atmosfere che presumo potrà accelerare il processo di disfacimento dei loro contenitori e favorirne quindi la dispersione.

Una brutta, bruttissima compagnia per calamari giganti, calamari vampiro, squali tagliatori, pesci vipera e rane pescatrici, alcune tra le specie che si avventurano fin laggiù. Ma tali sostanze, con la dispersione, potrebbero risalire a quote più popolate e sensibili.

Naturalmente la notizia è stata data da stampa e televisioni, ma a dire il vero senza particolare enfasi, schiacciata com’è tra i rigurgiti del covid e le distruzioni della guerra. Il giornalista unico collettivo non può mettere troppa carne al fuoco, soprattutto se si tratta di puntare il dito contro uno dei must della narrazione ecologista di questi ultimi infausti anni, vale a dire l’auto elettrica.

Già, perché oltre ad esserne stata la causa (secondo le autorità ambientali portoghesi, competenti per la zona, l’incendio si sarebbe sviluppato a causa delle batterie delle auto elettriche), le peggiori conseguenze ambientali potrebbero derivare proprio dai grandi quantitativi di acidi che prima o poi si sprigioneranno dalle auto affondate.

Ma ci vedete le televisioni e/o i giornali non dico a parlar male, ma anche solo a sollevare qualche dubbio su sua santità l’auto elettrica? A rischio di beccarsi un’intemerata della “scienziata” Greta per aver osato instillare qualche dubbio al popolo dei (futuri) consumatori? Non sia mai, che poi magari le vagonate di pubblicità patinate e paradisiache che da anni ci sommergono con veicoli a “zero emissioni” potrebbero venir meno e penalizzare ancor di più i già traballanti bilanci di emittenti, giornali e periodici, da anni in crisi quasi insanabile di vendite.

Vi preoccupate per inquinamento e simili bazzecole? Maddai, allegri, “sempre allegri bisogna stare, che il vostro piangere fa male al re” (cit.), guardate invece come sono belle e lucenti queste meraviglie di elettronica e ingegneria: arrivano addirittura a 500 km di autonomia! (solo quelle che costano dai 100mila euro in su)… sempre che non usiate riscaldamento o climatizzatore, che diminuiscono l’autonomia dal 10 al 25%… poi basta attaccarsi alla colonnina e si riparte (dopo una ventina di ore, se va bene)… non inquinano (ne riparliamo tra dieci anni quando dovremo cominciare a smaltirle) e, udite udite, sono a zero emissioni!

Si, lo so, l’ho già scritto ma mi ripeto volutamente. Perché la bufala più odiosa è proprio questa. Zero emissioni sul posto, d’accordo, ma chi produce l’elettricità necessaria alla carica delle batterie? Immaginatevi tutto il parco auto (decine di milioni) riconvertito in elettrico e provate a fare una stima della domanda di elettricità da soddisfare.

Ci sarebbero soluzioni? Si certo, eccone alcune: ce ne sbattiamo delle gretinate sulla CO2 e aumentiamo l’uso del carbone… oppure invadiamo la Russia e le freghiamo i giacimenti di gas… oppure costruiamo un paio di reattori nucleari in ogni regione (come peraltro hanno già i francesi, nel giardino di fianco a noi)… e intanto, nell’attesa di scegliere su quale opzione impegnarsi, l’UE vorrebbe vietare i veicoli con motore a combustione già dal 2035!

“…certo, chi comanda non è disposto a fare distinzioni poetiche il pensiero come l’oceano non lo puoi bloccare non lo puoi recintare…”

Dopo quasi 50 anni, caro Lucio, visto ciò che è successo da due anni a questa parte, non ne sono più sicuro. Di sicuro è ancora profondo il mare, ma forse non abbastanza.

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