info@alpluraleonline.it

Al Plurale Online

Al Plurale

N. 8 / 2023

Piersanti Mattarella: un politico morto di mafia

di Antonino Costa ∙

Piersanti Mattarella nacque a Castellamare del Golfo il 24maggio 1935.Secondogenito di Bernardo Mattarella e Maria Buccellato.

Il padre uomo politico della Democrazia Cristiana e il fratello Sergio,12° e 13° Presidente della Repubblica Italiana che nacque nel 1941. Piersanti si trasferisce a Roma con la famiglia nel 1948. Studiò da San Leone Magno, retto dai Fratelli Maristi, (in latino Institutum Fratrum Maristarum a Scholis o Institutum Parvulorum Fratrum Mariae) militò nell’Azione Cattolica mostrandosi battagliero sostenitore della dottrina sociale della Chiesa che si andava affermando con l’avvento al soglio Pontificio prima di Giovanni XXIII e poi di Paolo VI con la promulgazione dei risultati del Concilio Vaticano II voluto dai entrambi i Papi.

Laureatosi a pieni voti in giurisprudenza alla Sapienza, tornò in Sicilia nel 1958 per sposarsi. Nel contempo divenne assistente ordinario di diritto privato all’Università di Palermo ed ebbe due figli: Bernardo e Maria. Nel novembre del 1964 si presentò nelle liste D.C. alle elezioni comunali di Palermo ottenendo quasi dodicimila preferenze divenendo consigliere comunale. Alle elezioni regionali del 1967 fu eletto deputato all’assemblea regionale siciliana con quasi trentaduemila preferenze e il 1976 venne rieletto con quasi sessantamila preferenze.

Nella primavera del 1975 su sua iniziativa viene approvato anche con i voti del partito comunista italiano, il piano regionale di interventi per gli anni 1975-1980, per programmare a lungo termine le risorse regionali. Il 09 febbraio del 1978 fu eletto dall’assemblea presidente della regione siciliana, alla guida di una coalizione di centro sinistra con l’appoggio esterno del Partito Comunista. Mattarella, appena eletto emise nuove disposizioni per un piano di ammodernamento per tutta l’Isola, istituì le unità sanitarie locali e riformò gli enti economici siciliani introducendo criteri di efficienza e trasparenza oltre che norme che prevedevano l’incompatibilità ed i limiti di durata degli incarichi dirigenziali. Il suo staff comprendeva, tra gli altri, Maria Grazia Trizzino come capo di gabinetto, Rino La Placa come capo della segreteria e Leoluca Orlando come consigliere giuridico. Poco dopo l’omicidio di Peppino Impastato, candidato per democrazia proletaria a sindaco di Cinisi per ordine di Tano Badalamenti, Mattarella si recò a Cinisi e pronunciò un durissimo attacco contro cosa nostra, ciò stupì gli stessi sostenitori di Impastato.

Nel 1979 appoggiò il deputato comunista Pio La Torre contro lo sfruttamento dell’agricoltura, in quanto non venivano seguiti principi di correttezza e legalità nella gestione dei contributi agricoli. Forse fu proprio questa presa di posizione a costargli la vita, avendo messo il dito nella piaga dello sfruttamento secolare della mafia dei campi sui poveri contadini senza terra. La mattina di domenica 6 gennaio 1980, giorno dell’Epifania, in via della libertà a Palermo, mentre Mattarella, alla guida della propria fiat 132, stava per recarsi a messa insieme alla moglie Irma Chiazzese, alla suocera ed ai figli, due sicari si avvicinano allo sportello di guida e scaricarono due pistole calibro 38 su Piersanti Mattarella crivellandolo di colpi e procurandogli una morte istantanea. Inizialmente fu considerato un attentato terroristico, poiché dopo il delitto, arrivarono rivendicazioni da parte di un sedicente gruppo neofascista. In seguito dopo l’iter giudiziario, il delitto Mattarella, è stato considerato un omicidio politico mafioso come l’omicidio di Pio La Torre, Rosario Salvo, e Michele Reina.

Nell’omelia della messa esequiale, il cardinale Salvatore Pappalardo, Arcivescovo di Palermo, disse con veemenza e vigore:

“Una cosa sembra emergere sicura, ed è l’impossibilità che il delitto sia solo di origine mafiosa. Ci devono essere dietro altre forze occulte, esterne all’ambiente siciliano. Palermo e la Sicilia non possono subire l’onta di essere l’ambiente in cui è maturato l’atroce assassinio.”

Il procuratore capo Giancarlo Caselli, il 12 agosto 1997, affermò: ” Piersanti Mattarella un democratico onesto e coraggioso, ucciso perché onesto e coraggioso.”

Tags

Share this post:

Post Correlati