Lavoro, parità, innovazione, sostenibilità. Contro ogni violenza e discriminazione
di Brunella Trifilio ∙
Dopo il “Progetto itinerante per una società più inclusiva”, UNISIN inaugura un nuovo ciclo di convegni dedicati alle questioni sociali più delicate che riguardano il mondo del lavoro. Problematiche che intersecandosi, più o meno subdolamente, tra occupazione e vita privata, generano forte preoccupazione nel sindacato dei lavoratori. Il nuovo progetto di UNISIN ha un titolo impegnativo e fortemente evocativo: IL FUTURO POSSIBILE. Lavoro, parità, innovazione, sostenibilità. Contro ogni violenza e discriminazione.
La formula organizzativa è quella ormai consolidata da anni: Coinvolgere personalità appartenenti a mondi diversi (giornalisti, docenti, istituzioni, lavoratori e loro rappresentanti, banche e loro rappresentanti, ecc.) con l’obiettivo di ricercare – tutti insieme – le migliori soluzioni possibili alla problematica principale (violenza di genere) come alle sue plurime correlazioni; Portare il dibattito su tutto il territorio nazionale; Ricercare le migliori soluzioni possibili al problema, attivando importanti sinergie tra tutti i soggetti coinvolti. Il progetto si propone di affrontare molteplici problematiche di genere, perché tante sono le forme di violenza da combattere. Secondo il Segretario Generale Emilio Contrasto, “La violenza, quando presente sui luoghi di lavoro, è prevalentemente subdola, psicologica, sottile e indecifrabile, quasi mai fisica, ma non per questo meno grave. Una forma di violenza che è più difficile da estirpare, se non si lavora tutti insieme – istituzioni, aziende, lavoratori, università, media – nella convinzione che solo uniti si vincono le battaglie difficili”. Tante le tematiche trasversali che, insieme a quella principale (violenza di genere), ampliano il dibattito, allargandone anche la prospettiva propositiva: Cultura; Coinvolgimento e sinergia; Consapevolezza dei diritti e analisi della realtà con riferimento alla loro attuazione; Inclusività nei processi di modernizzazione e digitalizzazione. Cultura La prima tappa del progetto “Il futuro possibile” si è svolta Presso l’Aula Magna dell’Università Roma Tre. Un luogo simbolico, perché sede di cultura e formazione. Secondo il Segretario Contrasto, la scelta ha ragioni ben precise: “La cultura crea la coscienza civile.
Lo studio non basta, occorre che la cultura faccia in modo che chi studia si renda consapevole della dignità. Una persona di cultura è in grado di reagire a ciò che offende la sua dignità e la sua coscienza. Il valore della dignità è centrale in ogni nostra battaglia.” Tante le accademie coinvolte attraverso la Rete “UnIRE” (Università in Rete contro la Violenza di Genere) e la sua coordinatrice, Daniela Belliti: Università della Calabria, Università di Roma Tre, Università di Milano Bicocca, Università di Pisa. Altre università saranno coinvolte nelle prossime tappe del progetto. Coinvolgimento e sinergia Molte le personalità coinvolte e da coinvolgere in futuro. Il convegno di Roma è stato strutturato come corso di formazione per i giornalisti. Altri giornalisti hanno supportato i sindacalisti nei lavori o hanno contribuito al dibattito. Per il Segretario Contrasto: “La vicinanza dei giornalisti ai progetti sociali di UNISIN è molto importante perché l’informazione ha il delicatissimo compito di raccontare la realtà e segnalare le anomalie del lavoro e della società.
A questa tappa romana hanno partecipato la Caporedattrice del TG1, Alessandra Mancuso e l’inviato di Rai News24, Stefano Corradino. Coinvolte anche le istituzioni rappresentate, per la tappa romana del progetto, dall’Onorevole Ylenia Lucaselli. Un forte appello di UNISIN alle Istituzioni perché le tematiche oggetto del dibattito diventino il presupposto di una crescita legislativa fondata sulla pace sociale. Coinvolte anche le aziende di credito che, per l’occasione, sono state rappresentate dalla Presidente del Comitato Affari Sindacali e del Lavoro di ABI, Ilaria Dalla Riva con un suo importantissimo contributo, l’esperienza di un settore da sempre all’avanguardia su tali processi. Alle banche, infatti, chiediamo di continuare sulla strada del confronto costruttivo, che tanti risultati ha prodotto sino ad oggi, per un consolidamento ed ampliamento dei diritti a favore delle lavoratrici.
Lavoratrici che sono allo stesso tempo mamme, caregiver e casalinghe in una società che supporta ancora troppo poco la famiglia e che chiede alla donna così tanto”. Consapevolezza dei diritti e analisi della realtà con riferimento alla loro attuazione Il Segretario Contrasto rimarca l’attenzione su un’altra tematica rilevante: “Molte aziende comunicano all’esterno la loro inclinazione al sociale, alle pari opportunità, all’inclusione e lo fanno pubblicamente. Una promozione mediatica conveniente, ma non sempre reale. Una semplice dichiarazione d’intenti però non può bastare. Occorre che non ci sia discrepanza tra comunicazione e fatti concreti. Questo è il problema che, tra i tanti e in sinergia, dobbiamo affrontare con urgenza. Proprio per questo motivo UNISIN, attraverso il Coordinamento Donne e Pari Opportunità, diretto da Daniela Foschetti, ha lanciato un appello alle donne.
Un questionario anonimo per raccontarsi, riferire il proprio vissuto in azienda e in relazione alle loro esigenze di conciliazione vita/lavoro. Ne è venuto fuori un allarme che non può lasciarci indifferente: da una parte la mancata consapevolezza dei propri diritti e dall’altra una desolante condizione di difficoltà a proseguire con le stesse opportunità di carriera quando si decide di avere un figlio o di assistere un proprio familiare anziano o disabile”. Inclusività nei processi di modernizzazione e digitalizzazione Altra questione centrale di questo progetto riguarda il delicato tema delle trasformazioni aziendali.
Cambiamenti che dovrebbero avvenire nel rispetto dei diritti della persona e della famiglia, non contro di loro. A tal proposito, il Segretario Contrasto lancia un allarme che si collega alla sua idea di cambiamento: “L’economia e la società si stanno trasformando velocemente. Digitalizzazione, esternalizzazione, desertificazione bancaria, sono già una realtà in moltissime aziende italiane. Il compito di chi difende i diritti dei lavoratori, non è quello di ostacolare questo cambiamento se porta con se modernizzazione e benessere, ma di governarlo nel migliore dei modi possibili.
Questo benessere – nella società e sui luoghi di lavoro – è da ricercare nelle migliori condizioni possibili di conciliazione/vita lavoro e di assistenza alle persone più fragili. Il cambiamento, con tutte le sue possibili criticità, può diventare un’opportunità se riusciamo a progettare – insieme alle aziende – buone occasioni di riconversione delle professioni e di work life balance scongiurando il ricorso a strumenti che – nel corso delle trasformazioni aziendali – possono minare il benessere individuale e sociale.”