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Don Pino Puglisi: “Coraggioso testimone del Vangelo”

di Antonino Costa ∙

Don Giuseppe Puglisi nasce nella borgata palermitana di Brancaccio, cortile Faraone n. 8 il 15/09/1937, figlio di un calzolaio, Carmelo e di una sarta, Giuseppa Fana, e viene ucciso dalla mafia nella stessa borgata il 15/09/1993 giorno del suo 56 compleanno. Entra in seminario nel 1953 e viene ordinato sacerdote dal cardinale Ruffini a Palermo il 2luglio 1960. Nel 1961 viene nominato vicario cooperatore presso la parrocchia del S.S.mo Salvatore nella borgata di Settecanali, limitrofa a Brancaccio, e dal 27 novembre 1964, opera nella vicina chiesa San Giovanni dei lebbrosi a Romagnolo. Dal 1962 è anche confessore delle Suore brasiliane figlie di Santa Macrina. Inizia ad insegnare all’Istituto professionale Einaudi anno 62-63-64-66 alle medie Archimede 63-64 e 66-72, alle medie di Villafrati 70-75 sezione staccata di Godrano, al magistrale Santa Macrina 76-79 e infine al liceo classico Vittorio Emanuele 78-93. Don Giuseppe Puglisi segue con attenzione i lavori del Concilio Vaticano Secondo e ne diffonde subito i documenti tra i fedeli, con special riguardo al rinnovamento della liturgia, al ruolo dei laici, ai valori dell’ecumenismo e delle chiese locali.

Il suo desiderio fu sempre quello di incarnare l’annunzio di Gesù Cristo nel territorio assumendone, quindi, tutti i problemi per farli propri della comunità cristiana da lui creata. Il 1/10/1970 viene nominato parroco di Godrano un piccolo paese in provincia di Palermo, segnato da una sanguinosa faida, deve rimanere fino al 31/07/1978 riuscendo a riconciliare le famiglie dilaniate dalla violenza con la forza del periodo. In questo periodo unisce le forze anche con Lia Cerrito e altri volontari del movimento (presenza del Vangelo) insieme al frate minore siciliano Placido Rivilli. Il 1980 è nominato vice delegato regionale del Centro Vocazioni. A Palermo e in tutta la Sicilia è stato tra gli animatori di numerosi movimenti tra cui Presenza del Vangelo, Azione cattolica, Fuci, Equipes Notre Dame, Camminare insieme. Il 29 settembre del 90 viene nominato parroco a Brancaccio e dall’ottobre del 1992 assume anche l’incarico di direttore spirituale del corso propedeutico presso il seminario arcivescovile di Palermo. Il 29 gennaio 1993 inaugura a Brancaccio il centro “Padre Nostro” che diventa un grosso punto di riferimento per giovani e famiglie del quartiere, e per questo viene ucciso dalla mafia sotto casa in piazzale Anita Garibaldi, il giorno del suo compleanno 15/09/1993. Papa Francesco ricordando in occasioni diverse i sacerdoti padre Pino Puglisi, don Zeno Sallini, don Primo Mazzolari, don Lorenzo Milani e don Tonino Bello vescovo, ci indica con premura attenta di pastore, attraverso un sentiero di spiritualità che ripercorre le orme di queste figure sacerdotali del nostro tempo, alcune forme concrete di” Chiesa in Uscita.”

A prima vista quello che sembra accomunare questi sacerdoti è una definizione quella di essere definiti “preti scomodi”. La caratteristica realmente comune è, invece, il loro possedere uno sguardo profetico che ha saputo annunciare Cristo senza rinchiudersi nelle sicurezze terrene, ma, anzi, guardando oltre l’orizzonte delle aspettative umane. Ripercorrendo il loro percorso di fede, tracciato spesso in solitudine ma con profondità e autenticità, si intuisce perché il tempo non l’abbia potuto cancellare. Ciascuno di loro ha lasciato tracce, insegnamenti e spunti validi ancora per il nostro contesto, cui Francesco ridà attualità raccogliendoli e rilanciandoli. Padre Pino Puglisi” sacerdote esemplare, dedito specialmente alla pastorale giovanile”, una missione educativa attraverso cui educando i ragazzi secondo il Vangelo li sottraeva alla malavita, e così questa ha cercato di sconfiggerlo uccidendolo. In realtà, però, è lui che ha vinto, con Cristo Risorto. Padre Puglisi è stato un prete che faceva paura alla mafia perché predicava l’amore nei territori dominati dalla malavita e smascherava l’orrore, la menzogna e la blasfemia che si celavano dietro al codice d’onore mafioso. Il sentiero che ci indica Papa Francesco passa per la testimonianza e la profezia di preti umili e concreti a cogliere le sfide del tempo, legati al territorio e alla loro gente, con lo sguardo limpido rivolto al futuro. Il 25 maggio 2013 Padre Pino Puglisi fu proclamato beato dal cardinale Paolo Romeo davanti a circa ottantamila persone radunate nel foro italico Umberto I di Palermo. IL Prelato sottolineò in quella occasione i motivi che avevano portato all’assassinio del parroco di Brancaccio, il 15 settembre 1993 giorno del cinquantaseiesimo compleanno, davanti la parrocchia di San Gaetano da uomini del clan Graviano: ”Padre Puglisi sottraeva alla mafia consenso, manovalanza, controllo del territorio e ciò lo portò ad essere ucciso.”

Nella mafia gli idoli sono il potere, il denaro e la prevaricazione. Per di più, l’odio verso don Puglisi era determinato semplicemente dal fatto che si trattava di un sacerdote che educava i giovani alla vita buona del Vangelo. Con la beatificazione di don Puglisi la Chiesa da una parte creava un proprio simbolo della lotta alla criminalità organizzata, aprendo le porte ad altre beatificazioni analoghe a partire da quello di Rosario Livatino, dall’altra delineava una chiara presa di distanza dal potere mafioso, che tanto male ha fatto alla nostra bella Sicilia e che continua imperturbata a dominare su tutte le attività e in modo particolare anche sulla politica e l’economia.

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