Agenda 2030 per lo sviluppo Sostenibile
Campionato mondiale per la vita: 17 goal in 15 anni, entusiasmo a macchia di leopardo
Brunella Trifilio ∙
L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, quale programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità impegna i 193 Paesi membri dell’ONU che l’hanno sottoscritta nel 2015 a raggiungere traguardi economici e sociali orientati al bene dell’umanità. Un programma internazionale partito ufficialmente all’inizio del 2016 e concepito come un campionato sportivo mondiale sui generis: i firmatari dell’Agenda si impegnano a vincere le loro “partite” tutti insieme e per il bene di ogni popolo entro il 2030. Una vittoria comune e collettiva nel raggiungimento di molti obiettivi di sviluppo sostenibile come, la lotta alla povertà, il contrasto al cambiamento climatico, l’eliminazione della fame, l’emancipazione femminile. Proprio come nel calcio, l’obiettivo dell’Agenda è “andare a rete” con la differenza che, in questo caso, ognuno dei partecipanti s’impegna a vincere la propria partita per trasformare il Pianeta nella sostenibilità e per il bene comune (non un solo vincitore, ma 193).
Gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs), da raggiungere in 15 anni, sono 17 punti chiave del cambiamento globale sostenibile associati a 169 target o traguardi strettamente interconnessi tra loro. Si tratta di obiettivi e traguardi “comuni” perché nessuno deve essere escluso o lasciato indietro nel percorso di rinnovamento planetario tracciato dall’Agenda.
Con l’obiettivo di monitorare il percorso dei Paesi firmatari dell’Agenda 2030, la Commissione Statistica delle Nazioni Unite ha istituito l’Inter Agency and Expert Group on SDG Indicators che ha elaborato gli indicatori per valutare i risultati raggiunti nel tempo.
In Italia, i dati di monitoraggio dei progressi raggiunti in ambito “Sustainable Development Goals” sono forniti dall’ISTAT. Nel 2023 è stato prodotto il sesto Rapporto sugli SDGs. Il posizionamento attuale dell’Italia rispetto agli obiettivi fissati dall’Agenda 2030 delinea un quadro generale non ancora completamente rassicurante: il 42,6% delle misure evidenzia alcuni miglioramenti rispetto ai target; il 32,8% evidenzia un peggioramento; il 24,6% segnala una situazione stazionaria. Ancora in evidenza, in termini di sviluppo sostenibile, la disparità tra le regioni italiane con una differenza Nord/Sud che richiederebbe una certa attenzione.
La scadenza comune del 2030 si avvicina, ma non tutti i Paesi aderenti hanno dimostrato capacità di impegnarsi allo stesso modo per raggiungere i traguardi sottoscritti. Per L’Italia, la strada da percorrere è ancora in salita, ma l’entusiasmo non dovrà morire.