Walter Frangipane •
Non molti hanno focalizzato la loro attenzione sulla COP28 di questi giorni, ovvero la 28ma Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici all’Expo City di Dubai, sotto la Presidenza degli Emirati Arabi Uniti, in corso dal 30 novembre fino al 12 dicembre. Questo probabilmente perché altre notizie come la Politica Economica e la cronaca hanno forse più giustamente richiesto collocamenti di primo piano sui mass media.
Vediamo di cosa si tratta nel modo più sintetico possibile.
“Earth is running a fever” (La Terra ha la febbre) ha scritto un famoso giornale straniero e i colloqui sul clima delle Nazioni Unite si sono concentrati, in effetti, sulle conseguenze dei cambiamenti climatici.
Oltre 120 Paesi sostengono la Dichiarazione sul clima e sulla salute della COP28 degli Emirati Arabi Uniti, la quale rappresenta un momento di svolta.
La Presidenza della COP28, in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità e il Ministero della Salute e della Prevenzione degli Emirati Arabi Uniti, ha presentato la “Dichiarazione degli Emirati Arabi Uniti COP28 sul clima e sulla salute” per porre la salute al centro dell’azione per il clima e per accelerare lo sviluppo di sistemi sostenibili resilienti al clima e sistemi sanitari equi. Pertanto, al fine di ampliare le soluzioni per il clima e la salute, è stata annunciata una serie di nuovi impegni finanziari per sostenere le azioni politiche.
La Dichiarazione segna il riconoscimento, da parte dei Governi, del crescente impatto sanitario dei cambiamenti climatici sulle Comunità e sui Paesi. Inoltre riconosce i grandi benefici per la salute delle persone derivanti da un’azione climatica più forte, anche attraverso la riduzione dell’inquinamento atmosferico e l’abbassamento dei costi sanitari. Per la prima volta, i Ministri della Sanità partecipano alla Conferenza annuale delle Nazioni Unite sul clima insieme con i Ministri dell’Ambiente. Ciò segnala un cambiamento nel modo in cui vengono considerate le politiche climatiche, con una maggiore attenzione alle implicazioni sociali delle decisioni governative. L’annuncio arriva mentre le morti annuali dovute all’inquinamento atmosferico colpiscono quasi 9 milioni di persone, mentre 189 milioni di persone sono esposte ogni anno a eventi meteorologici estremi. Per la prima volta viene riconosciuta, inoltre, la necessità che i Governi proteggano le Comunità e preparino i sistemi sanitari per far fronte agli impatti sanitari legati al clima, come le malattie estreme, il caldo, l’inquinamento atmosferico e le malattie infettive.
La Dichiarazione è stata sviluppata con il sostegno di una serie di “Paesi campioni” tra cui Brasile, Malawi, Regno Unito, Stati Uniti, Paesi Bassi, Kenya, Fiji, India, Egitto, Sierra Leone e Germania.
Gli impatti del cambiamento climatico sono già alle nostre porte: sono diventati una delle maggiori minacce alla salute. Come ha affermato Al Jaber, Presidente della COP28 “I Governi hanno ormai giustamente riconosciuto la salute come un elemento cruciale dell’azione per il clima”, – e ha proseguito – “la Dichiarazione invia un segnale forte che dobbiamo ridurre le emissioni globali e lavorare insieme per rafforzare i nostri sistemi sanitari”.
Inoltre Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore Generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità ha affermato: “La crisi climatica è una crisi sanitaria, ma per troppo tempo la salute è stata una nota a piè di pagina nelle discussioni sul clima”, sottolineando, tra l’altro, la necessità di costruire sistemi sanitari resilienti al clima e a basse emissioni di carbonio, per proteggere la salute del pianeta e delle persone.
La Dichiarazione copre una serie di aree di azione nel nesso tra clima e salute, tra cui la costruzione di sistemi sanitari più resilienti ai cambiamenti climatici, il rafforzamento della collaborazione intersettoriale per ridurre le emissioni e massimizzare i benefici per la salute derivanti dall’azione per il clima, e l’aumento dei finanziamenti per soluzioni climatiche e sanitarie. I firmatari si sono inoltre impegnati a incorporare obiettivi sanitari nei loro piani nazionali sul clima e a migliorare la collaborazione internazionale per affrontare i rischi sanitari derivanti dai cambiamenti climatici, anche nelle future COP (Conferenze delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici).
È inoltre riconosciuto che la finanza sarà un fattore determinante per il successo della Dichiarazione.
Pertanto, la Presidenza della COP28 si è unita al Fondo globale per la lotta all’AIDS, alla tubercolosi e alla malaria, al Fondo verde per il clima, alla Fondazione Rockefeller e all’Organizzazione mondiale della sanità per mettere a punto una serie di principi volti a rafforzare i finanziamenti per il clima e la salute, a mobilitare nuove risorse e finanziamenti aggiuntivi, e a promuovere l’innovazione con progetti trasformativi e nuovi approcci multisettoriali.
L’annuncio della Dichiarazione al vertice mondiale sull’azione per il clima del 2 dicembre è stato solo uno dei numerosi annunci della Presidenza della COP28, che ha riconosciuto la necessità di ridurre gli impatti sulla salute dei cambiamenti climatici, anche al di là del settore sanitario, e ha incluso nuove misure per promuovere una rapida decarbonizzazione, al fine di ridurre le emissioni di almeno il 43% nei prossimi sette anni, per mantenere l’aumento del clima nell’ambito dell’1,5°C., per come era già stato previsto nell’accordo di Parigi del 12 dicembre 2015.
Tuttavia fa’ un certo effetto, in realtà, sapere come la decisione di tenere un vertice mondiale sul clima sia tenuto proprio in un Paese in cui la produzione di petrolio e di gas sia il pilastro della propria Economia.
Ma va bene così, purché si superino veramente le pronunciazioni di alta retorica e di appelli all’unità dei massimi leaders mondiali e si vigili, altresì, strenuamente sui “greenwashing” che sono ambientalismi di facciata e marketing ingannevoli, che alcuni Paesi purtroppo consentono a quelle imprese e holding che pur di accrescere il proprio “employer branding” (marchio) nonché il loro bacino di utenza, dichiarano impropriamente che la loro produzione ha un impatto ambientale positivo!
In conclusione, la salute dovrebbe rappresentare la ragione più convincente per intraprendere veramente azioni in favore del clima.
Tutto questo perché “our bodies are ecosystems, and the world is an ecosystem,” (i nostri corpi sono ecosistemi e il mondo è un ecosistema), ha affermato John Kerry, inviato americano per il clima: “if you poison our land and you poison our water and you poison our air, you poison our bodies (se avvelenate la nostra terra, se avvelenate la nostra acqua e se avvelenate la nostra aria, avvelenate i nostri corpi).
Anche Papa Francesco, che ha inviato a Dubai il Segretario di Stato Card. Pietro Parolin, ha auspicato che la COP28 sia un punto di svolta: manifesti una volontà politica chiara e tangibile, che porti a una decisa accelerazione della transizione ecologica, attraverso forme che abbiano tre caratteristiche: siano «efficienti, vincolanti e facilmente monitorabili.
*Economista