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CEO Capitalism

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di Mario Caspani •

Riccardo Ruggeri è un distinto signore di 86 anni che – sue parole – si considera un ex di professione. Figlio di operai Fiat, ex operaio egli stesso, poi manager (quando ancora l’ascensore sociale funzionava), poi CEO di aziende con ultimo incarico in New Holland, portata alla quotazione a Wall Street, infine ex imprenditore, ora da vent’anni circa editore e pubblicista.

Da anni regala, a qualsiasi giornale voglia pubblicarli, i suoi “Camei”, pungenti, ironici e mai banali interventi su temi di attualità, e due anni fa ha lanciato una rivista (“simil quotidiano”) on line battezzata Zafferano News che si caratterizza per la gratuità: abbonarsi è gratis, niente pubblicità, i collaboratori che vi scrivono lo fanno a titolo gratuito.

Ogni settimana, ma a volte anche a scadenza più ravvicinata, vengono pubblicati una decina di articoli brevi e intensi, tutti rigorosamente fedeli a un pensiero apòta, come ama definirsi Ruggeri stesso, cioè scettico non schierato, che non beve (etimologicamente), per dirla con parole in voga, né le improbabili fake-news propalate ovunque, né tanto meno le ancor più odiose fake-truth, tanto care alla narrazione politicamente corretta di chi detiene il potere e dei suoi sempre numerosi megafoni (media allineati).

In questi anni Ruggeri ha scritto anche libri, in particolare “Uomini o consumatori? Il declino del CEO capitalism”, saggio di un paio di anni fa, a 4 mani con il filosofo Giovanni Maddalena, e il più recente “Maria e l’Ingegnere – Il retrogusto del potere” che narra, come recita la copertina, “una grande storia d’amore ai tempi del CEO capitalism” (entrambi pubblicati da Grantorinolibri.it).

L’ho trovato intelligente e gradevole – come tutto ciò che proviene da Ruggeri – con due curiose, ma funzionali alla storia, particolarità. Ci sono due diversi io narranti, uno per ogni parte in cui è suddiviso il racconto, e non vengono utilizzati nomi propri per le figure maschili, identificate solo dai rispettivi ruoli: il Presidente, il Primo Assistente, l’Ingegnere, il Dottore, l’Avvocato, il Ragioniere, ecc.

Ciò che consente all’autore di definire realisticamente tutti i personaggi e le situazioni narrate è l’aver attinto al proprio archivio di uomini realmente esistiti e conosciuti nella sua carriera manageriale, scomponendone le caratteristiche e miscelandole in nuove forme per non renderli ovviamente identificabili.

Il filo conduttore dei due libri sopra ricordati è ovviamente il CEO capitalism che Ruggeri e Maddalena vedono come la mutazione/degenerazione del vecchio capitalismo (un tempo caratterizzato da padroni /imprenditori) nella forma assunta in questi ultimi 30 anni dove a farla da padrone (è proprio il caso di dirlo) sono ormai supermanager e consiglieri delegati che, al contrario dei vecchi imprenditori, non rischiano mai in proprio il capitale.

Ne consegue una deresponsabilizzazione sostanziale di chi detiene potere in azienda (avete mai visto un CEO andarsene senza una ricca buonuscita?), l’estenuante ricerca della massimizzazione del profitto (da cui derivano ricche stock option) nel minor tempo possibile ma – soprattutto – l’aver messo al centro della società e delle sue forze produttrici non più l’uomo ma il consumatore.

Il CEO capitalism, secondo gli autori, trae origine dall’intreccio tra “liberalismo economico globalizzato, progressismo e avanguardismo”. Le sue massime espressioni? In occidente i guru di Silicon Valley (Bezos, Zuckerberg, ecc.) , in oriente il capitalismo di stato (comunista) cinese.

Non voglio farla troppo lunga, consiglio a tutti queste letture, in particolare il romanzo.

Dopo di che, se volete, provate a rivedere gli ultimi 15/20 anni della vostra attività lavorativa e, più in generale, della vostra vita. Ho la vaga sensazione che troverete facilmente, come è capitato a me, fulgidi esempi di supermanager e CEO perfettamente corrispondenti alle tipologie disegnate da Ruggeri e Maddalena e scoprirete una lucida chiave di lettura per l’involuzione sociale che sta caratterizzando questo inizio secolo.

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