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Antonio Pennacchi: Il fasciocomunista

Di Antonino Costa ∙

Interprete di un territorio, L’ Agro Pontino delle bonifiche Mussoliniane, lo scrittore Antonio Pennacchi si è spento improvvisamente nella sua casa di Latina all’età di 71 anni, era nato a Latina il 1950. Da ragazzo Antonio Pennacchi si iscrive al M.S.I, ma viene espulso per una manifestazione antiamericana contro la guerra del Vietnam. Decide poi di aderire ai marxisti leninisti di “Servire il popolo”, successivamente passa nel P.S.I, nella C.G.I.L, nella U.I.L, nel P.C.I. e di nuovo nella C.G.I.L. E’ stato operaio per quasi trent’anni, trascorsi per lo più a turni di notte, presso la Fulgorcavi poi Alcatel cavi e poi Nexans di Borgo Piave in provincia di Latina. L’ultima espulsione dalla C.G.I.L. nel 1983, a firma di Sergio Cofferati, all’epoca segretario dei chimici.

Chiusa la sua vita politica, si dedicò agli studi interrotti ed allo scrivere. Ripresi gli studi si laurea in lettere all’Università “La Sapienza” di Roma. ”Mammut” è il suo primo libro pubblicato da Donzelli nel 1994 dopo 55 rifiuti di 33 editori.

Nel 2001 passa a Mondadori e pubblica il libro autobiografico “Il fasciocomunista”. La rabbia e la passione di Pennacchi si stemperano in epopea prima, ed in ironia, senza perdere la loro fondamentale connotazione sanguigna, di chi quella vita l’ha vissuta e soprattutto l’ha vista vivere intorno a se: Pennacchi racconta quella particolare provincia, italiana e laziale, nell’area di Latina e dell’Agro Pontino, quel territorio che vive sentendo la capitale vicina eppure lontanissima, una terra che sembrava promessa e forse non lo è mai stata.

Da questo libro Daniele Lucchetti trae il film “Mio fratello è figlio unico” con Elio Germano, che riscontra un grande successo di pubblico. Dopo aver pubblicato altri libri nel 2010 pubblica “Canale Mussolini” un romanzo sulla bonifica dell’Agro Pontino con cui vince il premio Strega. Il libro ottiene un meritatissimo successo e sale nelle classifiche di vendita. Conquista anche il premio Acqui Storia come “romanzo storico dell’anno”. Vince anche il premio “libro dell’anno” del TG1 ed è finalista del premio Campiello.

Nel 2015 scrive “Canale Mussolini – parte seconda”, pubblicato sempre da Mondadori. La rabbia si trasforma in episodi, infatti, in cose, il panorama si allarga anche dal punto di vista storico, abbraccia la storia dell’Italia operaia e contadina degli anni dieci del novecento fino al secondo conflitto mondiale. E’ una storia che riesce a rintracciare le origini dei dolori, delle sofferenze e delle grandi passioni dei protagonisti, oltre che a raccontare il paese: anche perchè coincide con la vicenda vera delle famiglie di mezzadri, trasferite dalla bassa padana, tra Veneto, Emilia, e Lombardia, fino alle terre intorno al Canale Mussolini, le terre laziali delle bonifiche del ventennio.

Gente attirata dalla promessa di terre fertile, ma invece piena di spine per i nuovi arrivati, dall’odio dei residenti di campi infestati di zanzare, alla malaria che colpì, i più e che resistette fin quando gli americani alla fine della guerra non intervennero con il Ddt. Possiamo dire con le parole del Parroco Don Enrico Scaccia di Antonio Pennacchi: che Latina e l’agro pontino hanno perso un padre, un fratello, un figlio che per l’agro è stato un seminatore che ha vissuto ed amato la sua terra.

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