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Il lavoro… questo strano mostro

di Nino Lentini  ∙

Anche nell’anno appena iniziato, la musica non cambia per ciò che concerne la ricerca del lavoro per i giovani laureati e non, da una parte, mentre invece dall’altra c’è chi ha già un lavoro e non vede l’ora di andare in pensione o anche in prepensionamento. Infatti molte aziende, ed in modo particolare le banche, offrono l’opportunità di accompagnarti alla pensione con un assegno quanto più vicino a quello che poi, nel momento della maturazione della pensione, sarà il valore reale economico mensile della pensione Inps.

Intanto analizziamo alcuni dati forniti da ISTAT per cercare di capire meglio, dopo di che analizziamo questo strano fenomeno che da anni oramai è diventato un leitmotiv.

I dati di seguito riportati provengono dal sito lapresse.it: “A novembre 2024, rispetto al mese precedente, diminuiscono gli occupati e i disoccupati, mentre cresce il numero di inattivi. Lo rileva l’Istat. Il calo dell’occupazione (-0,1%, pari a -13mila unità) coinvolge gli uomini, i dipendenti a termine e i 15-34enni; l’occupazione è invece in crescita tra le donne, i dipendenti permanenti e chi ha almeno 35 anni di età, rimanendo sostanzialmente stabile tra gli autonomi. Il tasso di occupazione risulta invariato al 62,4%.

Il numero di persone in cerca di lavoro diminuisce (-1,6%, pari a -24mila unità) per le donne e i 25-49enni, mentre aumenta nelle altre classi di età e, seppur lievemente, anche tra gli uomini. Il tasso di disoccupazione scende al 5,7% (-0,1 punti), quello giovanile sale al 19,2% (+1,4 punti). Il numero di inattivi aumenta (+0,2%, pari a +23mila unità) per gli uomini e gli under35, diminuisce nelle altre classi d’età ed è sostanzialmente stabile tra le donne. Il tasso di inattività sale al 33,7% (+0,1 punti). Confrontando il trimestre settembre-novembre 2024 con quello precedente (giugno-agosto), si registra un incremento nel numero di occupati dello 0,2% (+49mila unità). La crescita dell’occupazione, osservata nel confronto trimestrale, si associa alla diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-8,4%, pari a -136mila unità) e all’aumento degli inattivi (+0,9%, pari a +115mila unità). A novembre 2024, il numero di occupati supera quello di novembre 2023 dell’1,4% (+328mila unità); l’aumento coinvolge gli uomini, le donne e chi ha almeno 35 anni di età, mentre per i 15-34enni si registra una diminuzione. Il tasso di occupazione in un anno sale di 0,5 punti percentuali. Rispetto a novembre 2023, diminuisce il numero di persone in cerca di lavoro (-23,9%, pari a -459mila unità) e cresce quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+2,6%, pari a +323mila).”

In sostanza sulla base di questi dati si vede chiaramente che da una parte aumenta il numero dei disoccupati e degli inattivi mentre dall’altra chi lavora guarda con ansia ed apprensione il giorno della agognata pensione. E’ uno stranissimo fenomeno che si giustifica solamente per il fatto che da oltre un decennio, e forse più, il mondo del lavoro è radicalmente cambiato in modo vertiginoso e non ti lascia nemmeno il tempo di abituarti al cambiamento che già ne arriva un altro. Oramai da oltre vent’anni, in modo piuttosto sistematico, i cambiamenti avvengono con regolarità quasi ogni due tre anni.

E succede una rivoluzione non da poco. Nel momento in cui pensi che ce l’hai fatta a metabolizzare il cambiamento e metterti al passo con i tempi, ecco che subito, dalla sera alla mattina tutto cambia di nuovo ed in modo travolgente. Ed allora bisogna rimboccarsi le maniche e ricominciare tutto da capo.

Ma ad un certo punto della nostra vita bisogna fare i conti, non solo con la volontà che quella non manca mai, ma anche con le nostre forze che con l’età inesorabilmente si affievoliscono. E purtroppo, quando si verifica la possibilità di andarsene, di uscire dal mondo del lavoro, una persona che ha svolto il proprio lavoro con amore e la dedizione di un buon padre di famiglia, non se lo fa ripetere due volte e appone la sua ultima firma per uscire da un mondo che oramai non gli appartiene più ma anche per dire con voce alta e piena d’amore: “Largo ai giovani”.

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