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N. 8 / 2023

“Le parole salvano le democrazie, i silenzi preparano le dittature”.

Al Plurale Online Sergio Zavoli

Cit. Sergio Zavoli

di Antonino Costa •

In questa frase, detta da Sergio Zavoli, durante un’intervista del 2001, dopo essere stato eletto Senatore, nelle liste dei Democratici di Sinistra, c’è tutto il pensiero politico, sociale e culturale di un uomo che alle istituzioni ha dedicato tutta la sua vita. Nato a Ravenna, il 21 settembre 1923, all’età di quattro anni si trasferisce a Rimini con la famiglia, frequenta tutto il ciclo scolastico nella città romagnola. Non ancora ventenne, comincia a scrivere per giornali locali e nel 1947 si trasferisce a Roma dove inizia la sua carriera giornalistica e politica.

Entra in Rai chiamato da Vittorio Veltroni, padre di Walter. In Rai diventa giornalista professionista, prima con programmi radiofonici, poi nel 1962 con la trasmissione televisiva “Il processo alla tappa”, un programma sportivo incentrato sul giro d’Italia.

Zavoli è conduttore ed autore di altri programmi di successo, fra gli altri “nascita di una dittatura” del 1972.
La sua posizione politica lo avvicina al partito socialista Italiano, nel frattempo diventa conduttore del telegiornale, direttore del gr1, direttore del “Mattino” di Napoli.

Unico giornalista al mondo ad aver vinto due volte il “Prix Italia”.

Dal 1980 al 1986 è presidente della Rai e nel 1981 pubblica il suo primo libro dal titolo “Socialista di Dio”, che vince il premio Bancarella. Una volta dimessosi da presidente, continua la sua carriera televisiva con programmi di cultura e di politica, da ricordare: Viaggio intorno all’uomo, La notte della repubblica, Viaggio nel sud, e Viaggio nella scuola.

Nel 2001 viene eletto al Senato nelle liste dei democratici di sinistra, nelle liste dell’ulivo nel 2006, nel partito democratico nel 2008 e nel 2013. Dal 4 febbraio 2009 al 14 maggio 2013 è presidente della Commissione Vigilanza Rai.

Muore a Roma il 04 agosto 2020 a 96 anni. Il 7 agosto, dopo la funzione funebre tenutasi nella capitale, la salma ha proseguito per Rimini dove è stata tumulata presso la tomba di Federico Fellini, amico di una vita.

Mi piace ricordarlo con le parole di Walter Veltroni: Sergio Zavoli non era fazioso, perché era curioso, non era cinico perché aveva dei valori. E sulla base di queste due architravi, cercava le verità possibili della storia. Zavoli crebbe insieme a una generazione di giornalisti eccezionali. Ogni parola, ogni frase dei loro racconti era selezionata e discussa. Si pensava e si pensa che la lingua è libertà, e Zavoli è stato un grande liberatore dell’Italia.

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