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Dopo oltre vent’anni… niente sembra cambiare

Nino Lentini ∙

Correva l’anno 2000, l’anno in cui si era raggiunto un accordo, nel settore del credito, sul fondo di solidarietà di accompagnamento alla pensione dei dipendenti bancari. Cosa prevedeva detto fondo: coloro i quali erano in odore di pensione, cioè gli mancavano massimo cinque anni, venivano accompagnati, dal fondo, fino alla finestra della pensione con un assegno il cui importo era pari a quella che sarebbe stata la pensione Inps, con il versamento dei contributi e il riconoscimento delle agevolazioni concesse ai dipendenti.

Da precisare che detto fondo è sempre stato a carico delle aziende di credito. Non un euro veniva chiesto allo Stato. Quanta gente è andata via, tantissimi colleghi hanno deciso che era l’ora di tirare i remi in banca e dedicarsi ad altro. La popolazione bancaria in 23 anni si è ridotta da trecentocinquantamila a circa duecentosettantamila. Cosi come pure il numero degli Istituti di credito si sono ridotti da circa novecento nel 1998 a quattrocento nel 2020 (Dati BCE).

Collegato e conseguente a questo andamento, è quello del numero degli sportelli e della loro presenza sul territorio. Gli sportelli sono rimasti aperti nei grandi centri ed hanno abbandonato la periferia e le aree interne: Un fenomeno comunemente chiamato “desertificazione bancaria”. Così a partire dal 2008 hanno progressivamente perso un presidio bancario 820 piccoli Comuni, un calo del 14%. A fine 2020, sono 2.802 i Comuni non serviti da banche, pari al 35% del totale. Si sono creati grandi gruppi nati dall’accorpamento e fusione con altre banche. Le banche medio piccole sono scomparse, cancellate. Tutto ciò sta avvenendo da oltre quattro lustri.

E sembra non essere ancora vicina la linea del traguardo finale. Si continuano a presentare nuovi piani industriali con all’interno, primo fra tutti, il problema degli esuberi e quindi la necessità di far uscire anticipatamente le persone dal ciclo produttivo. Come se questo fosse l’unico annoso problema che attanaglia le banche e le loro crisi. Avete mai sentito parlare di un intervento atto a mettere mani sulla pessima cattiva gestione di alcuni personaggi che appunto con la loro incapacità gestionale hanno creato, ed in modo anche grave situazioni di crisi e dissesto? A mia memoria, ad oggi, fatti del genere non sono mai venuti alla luce e non sono mai stati presi i provvedimenti che il caso richiedeva. Al contrario, a questi signori sono state date, come ricompensa per la loro incapacità, delle laute prebende, un premio così per continuare a vivere, alla faccia di tutta la povera gente, una vita negli agi.
Ed allora si inventano i budget e conseguentemente le continue e spropositate pressioni commerciali. Tutto ciò senza porsi la domanda perché se i risultati previsti, magari spesso e volentieri esagerati, non arrivano e a cosa sono da addebitare. Di fronte a decine di migliaia di uscite ci sono state solo poche assunzioni, con la conseguenza che le filiali sono sguarnite, al di sotto del minimo del personale necessario per una gestione sana ed equilibrata. Il personale in questo contesto deve lavorare, come si suol dire, per quattro. Non ha il tempo di andare, non a prendersi un caffè, ma nemmeno di andare al bagno. E nonostante tutto, si continua a far uscire personale senza per contro fare entrare altrettanti giovani. Intendo tante uscite e altrettante entrate.

Si vuole la botte piena e la moglie ubriaca. E noi sappiamo che questo non sarà mai possibile. Bisogna quindi stare con i piedi a terra e venire a più miti consigli se si vuole il bene e il fiorire delle aziende. Tutto ciò potrà essere realizzato solo se si vive nella realtà reale e non solamente in quella virtuale. La tecnologia e tutte le innovazioni hanno sempre bisogno dell’uomo per poter funzionare e rendere al massimo, non sarà mai il contrario.

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