info@alpluraleonline.it

Al Plurale Online

Stranieri, numeri e sicurezza

di Mario Caspani ∙

Mi è capitato di leggere qualche settimana fa sul sito Startmag.it, un bel commento, pacato e misurato, a firma di Luca Ricolfi, in tema numeri e sicurezza.

Ricolfi è un noto sociologo e accademico, con all’attivo numerosissime pubblicazioni scientifiche prodotte nell’arco di una cinquantina d’anni di attività, anche nel ruolo di pubblicista su organi di stampa quali La Stampa, Repubblica, Panorama, Il Messaggero. Non ha mai fatto mistero della sua appartenenza all’area della sinistra politica e non avrebbe avuto senso negarlo dati i suoi studi negli anni 70 del secolo scorso sotto la guida di Claudio Napoleoni, all’epoca tra i più noti economisti di scuola marxista, nonché senatore del PCI per due mandati fino all’anno della sua scomparsa.

L’attività di Ricolfi però è sempre stata improntata ad una obiettiva correttezza di analisi che lo ha portato a volte a sostenere tesi e idee non propriamente in linea con le parole d’ordine del momento del mondo cosiddetto progressista, linee politiche che come ovvio, spesso, vengono dettate da interessi contingenti e di breve periodo, anche in ottica di banale tornaconto elettorale.

Ricordo in particolare una sua analisi equilibrata sull’operato di governo di Berlusconi, stilata nel 2010 a pochi mesi dalla caduta del 2011 e quindi al termine dei suoi anni di potere, in relazione al fatto se avesse o meno mantenuto fede ai propositi elettorali contenuti nel famoso “contratto con gli italiani” firmato in diretta televisiva.

La conclusione di Ricolfi fu allora che paradossalmente Berlusconi aveva conseguito migliori risultati nella parte del programma più “di sinistra” (ammortizzatori sociali, lotta alla criminalità organizzata, stabilità dei conti pubblici) rispetto a quella che forse più stava a cuore alla base elettorale di centro destra (tasse, microcriminalità taglio alla spesa pubblica).

In quel periodo di feroci attacchi personali dal sapore moralistico (da parte di gran parte della stampa interna) e di pressioni economiche e finanziarie irrituali condite dai sorrisetti Merkel-Sarkoziani (sul versante europeo), trovai l’analisi di Ricolfi equilibrata e non banalmente di parte.

Lo spunto dell’intervento sulla sicurezza delle scorse settimane gli è stato offerto dai dati diffusi dal Ministero dell’Interno, a fine anno, in merito alle attività criminose dello scorso 2024 (primi 9 mesi).

I dati maggiormente rilevanti sono sostanzialmente due: la percentuale dei reati commessi da stranieri irregolari, che essendo circa 600.000 rappresentano l’1% della popolazione, è stata pari al 28% del totale.
Ancor più eclatante il dato delle violenze sessuali, in questo caso i reati ascrivibili a stranieri (regolari e non, che rappresentano circa il 10% della popolazione) risulta pari al 44% del totale, cioè quasi la metà.

Da questi numeri parte il ragionamento del sociologo che invita (non dichiaratamente, ma è implicito) la propria parte politica a non minimizzare e a non sollevare obiezioni deboli per sconfessare la realtà dei fatti.
In particolare ne cita alcune di facile confutazione: è vero che comunque la maggior parte dei reati sono commessi da italiani, ma la percentuale dice che da soli gli stranieri, regolari e non, commettono circa un terzo dei reati, con una sproporzione abissale. Inoltre, di conseguenza, il gran numero di detenuti stranieri non fa che acuire l’annoso problema delle condizioni di vita nelle carceri.

Fallace anche l’obiezione spesso utilizzata da chi vuole sminuire il significato di questi numeri, vale a dire che gli stessi numeri sarebbero inficiati da una ipotetica maggiore propensione alla denuncia quando i reati sono commessi da stranieri. Sottolineando che in ogni caso per alcuni reati (omicidi/femminicidi) il cosiddetto numero oscuro (cioè quelli che non vengono denunciati) è pari a zero, Ricolfi smonta anche questa seconda obiezione osservando che da recenti ricerche risulta che i tassi di denuncia tra le nuove generazioni siano praticamente allineati sia che gli autori siano italiani che stranieri.

La sua conclusione, pienamente condivisibile, è che per la soluzione di questo drammatico problema si può fare di tutto, analizzare, discutere, cercare soluzioni, l’unica cosa da non fare è (cito) “rispolverare l’armamentario negazionista con cui, ogni volta che vengono fuori numeri e statistiche, più o meno improvvisati fact-checker cercano di occultare l’amara realtà dell’immigrazione irregolare”.

Ecco, il vero problema sta proprio qui. Nessuna persona di buon senso vorrebbe negare il diritto di asilo a disperati che scappano da guerre, discriminazioni razziali, religiose, sessuali, ma trasformare queste giuste istanze in una accoglienza indiscriminata e senza alcun controllo non può che generare grossi problemi e reazioni a volte esagerate, ma fin troppo comprensibili.

E, aggiungo infine, spero che il richiamo di Ricolfi arrivi anche alle orecchie del signor sindaco di Milano, che imperterrito parla di erronee percezioni cavalcate strumentalmente da avversari politici.

Tags

Share this post:

Post Correlati