Brunella Trifilio ∙
«Racconto una storia che ho sentito da bambino, a casa mia. In una famiglia il nonno abitava lì, col figlio, la nuora, i nipotini. Ma il nonno era invecchiato, aveva avuto un piccolo ictus, era anziano e quando era a tavola e mangiava, si sporcava un po’. Il papà aveva vergogna di suo padre. E diceva: “Ma, non possiamo invitare gente a casa…”. E decise di fare un tavolo piccolo, in cucina, perché il nonno prendesse il pasto da solo in cucina. Alcuni giorni dopo, arrivò a casa dopo il lavoro e trovò suo figlio, di 6 anni, che giocava con legni, con il martello, con i chiodi… “Ma cosa fai, ragazzo?”, gli chiese. “Sto facendo un tavolino…”. “E perché?” .”Perché quando tu sarai vecchio, potrai mangiare da solo come mangia il nonno!”, rispose il bimbo».
Scrivere di Francesco non è facile perché nulla è possibile aggiungere al suo pensiero (come a questa riflessione) per renderlo meglio. Le parole di Francesco sono più che sufficienti per raccontare la sua “rivoluzione di pace” e il suo “anticonformismo” rispetto al conformismo di un tempo dominato dall’individualismo, dalla “cultura dello scarto”, da cattivi ideali nutriti dalle false informazioni (fake news) che, attraverso il web, minacciano le democrazie (come pochi opliti fortemente stretti in cerchio attorno a una grande massa di persone in difficoltà nel distinguere il vero dal falso). Proprio a proposito del Web, già nel 2016, Francesco scriveva: “Non è la tecnologia che determina se la comunicazione è autentica o meno, ma il cuore dell’uomo e la sua capacità di usare bene i mezzi a sua disposizione.”
In un tempo così difficile, Francesco si ostina a parlare di “speranza” e di “sogni” a chi costruirà il suo domani nel conformismo negativo e pessimista del presente. “Non lasciatevi rubare la speranza. I sogni sono importanti. Tengono il nostro sguardo largo, ci aiutano ad abbracciare l’orizzonte, a coltivare la speranza in ogni azione quotidiana. E i sogni dei giovani sono i più importanti di tutti. Un giovane che non sa sognare è un giovane anestetizzato; non potrà capire la vita, la forza della vita. I sogni ti svegliano, di portano in là, sono le stelle più luminose, quelle che indicano un cammino diverso per l’umanità”.
Francesco è ostinatamente anticonformista anche nella continua ricerca di un equilibrio mondiale basato sulla pace, l’amore, la fratellanza tra i popoli, la giustizia, la tolleranza in un tempo che vuole portarci in una direzione esattamente contraria. Le sue parole fuori dal coro, ma così ricche del vero senso della vita, sono destinate all’eternità a prescindere dall’appartenenza politica, religiosa, etnica, culturale, geografica. “Il mondo è più bello quando si costruiscono ponti, non muri”. E noi abbiamo visto i danni delle barriere geografiche o ideologiche. “L’amore è più forte dell’odio e la speranza è più forte della paura.”. Quando il nostro sfrenato individualismo ha fatto prevalere l’odio sull’amore, la paura sulla speranza, il linguaggio ostile e conflittuale sul confronto pacifico, Francesco ci ha rassicurati insegnandoci il valore della “tenerezza” nella piena convinzione che “la tenerezza è il linguaggio dei più forti”. Le parole di Francesco ci guideranno un giorno verso la pace perché abbiamo visto che “con la guerra si perde tutto e con la pace si guadagna”.
Francesco parla della sua stessa Chiesa come strumento di solidarietà e di supporto per tutti i bisognosi. Il suo desiderio di affermare il ruolo di una Chiesa “povera per i poveri” ci ricorda che “chi non vive per servire, non serve per vivere.” Anche la forza del suo amore per l’ambiente (se escludiamo l’esempio di San Francesco d’Assisi) è senza precedenti. Per Francesco noi “non siamo padroni della natura, siamo parte di essa.” Parole che gravano come un macigno sui responsabili dello sfruttamento selvaggio delle risorse naturali e di tutti coloro che ipotizzano, per il futuro, una radicale inversione di marcia rispetto alle politiche internazionali di sviluppo sostenibile. “Abbiate cura della Terra come della vostra casa”, dice Francesco a noi tutti e ai nostri governanti. Parole che ogni governante (che abbia a cuore la buona vita dei cittadini) dovrebbe mettere al centro della propria agenda governativa. “La Terra, nostra casa comune, è come una sorella con cui condividiamo la vita.”
Grazie, Francesco. Ci perdonerai se ancora non ti abbiamo ascoltato, ma continua a illuminarci il cammino.
Buon viaggio, Papa buono.